CASA NATALE ANTONIO ROSMINI

CASA NATALE ANTONIO ROSMINI

Loghi Antonio Rosmini Classe 4B Il legame tra Rosmini e Rovereto è profondo, non solo per essere la sua città natale, ma anche per la presenza della Casa Rosmini, situata nel centro storico della città. Questo edificio, oggi sede di un museo e centro culturale, è stato la casa natale del filosofo e conserva numerosi oggetti personali, scritti, manoscritti e una ricca biblioteca. La Casa Rosmini non è solo un luogo della memoria, ma anche un centro di studio e approfondimento sul pensiero rosminiano. Vi si tengono conferenze, mostre temporanee e incontri culturali che mantengono vivo il dialogo tra il passato e il presente, tra la riflessione filosofica e le sfide contemporanee. Visitare la Casa Rosmini significa immergersi nella vita e nel pensiero di un uomo che ha dedicato la propria esistenza alla ricerca della verità, al servizio della Chiesa e all’impegno per una società più giusta e spiritualmente consapevole. Nel solco del legame tra cultura, educazione e territorio, la Casa Rosmini di Rovereto è recentemente diventata protagonista di un interessante progetto didattico e creativo, promosso in collaborazione con il Liceo Artistico Fortunato Depero. Gli studenti della classe 4B, indirizzo grafico, sono stati coinvolti in un percorso di studio e reinterpretazione dell’identità visiva della Casa Rosmini, con l’obiettivo di progettare una nuova proposta di logo. Il progetto ha unito storia, ricerca e creatività. Dopo una visita guidata alla Casa Rosmini e un’attenta analisi della figura del filosofo, gli studenti hanno esplorato i valori che essa rappresenta: spiritualità, conoscenza, dialogo, impegno civile. A partire da questi concetti, ogni alunno ha elaborato una propria proposta grafica, dando forma visiva a un’identità che fosse al tempo stesso moderna e rispettosa del significato storico e culturale del luogo. I loghi proposti sono il frutto di un lavoro collettivo e multidisciplinare, che ha unito competenze artistiche, tecniche di design e riflessione concettuale. Ciascun elaborato racconta un punto di vista diverso sul pensiero rosminiano: alcuni si ispirano all’architettura della casa, altri all’idea di luce e verità, altri ancora alle opere filosofiche e alla figura del fondatore dell’Istituto della Carità. Logo Casa Natale Antonio Rosmini Logo selezionato Alessandra Porru  Proposte Loghi

La natura al centro

La natura al centro

La natura al centro Animali in estinzione Come foglie mosse “La mia idea è di dichiarare che l’arte è l’unica possibilità di evoluzione, l’unica possibilità dicambiare la situazione nel mondo. Ma poi è necessario allargare l’idea dell’arte per includere tutta la creatività. E se lo si fa, ne consegue logicamente che ogni essere vivente è un artista – un artista nel senso che può sviluppare le proprie capacità. E quindi è necessario inizialmente che la società si preoccupi del sistema educativo, che sia garantita l’uguaglianza di opportunità per l’autorealizzazione.”Joseph Beuys Come foglie mosse, il titolo del progetto in collaborazione tra Arte Sella, La Coccinella ed il Liceo delle Arti di Trento e Rovereto con l’obiettivo di fare dell’arte e della cultura, in armonia con il contesto naturale e i luoghi che abitiamo, una forza generativa per lo sviluppo di azioni educative in linea con un’idea di natura come condizione costitutiva della qualità del nostro modo di pensare, di sentire, di vivere. Partendo dall’idea che il futuro ha bisogno di persone competenti e creative per garantire ilrispetto, la cura e la sostenibilità del pianeta, Arte Sella Education propone laboratori, percorsi educativi e workshop pensati per costruire conoscenza dei luoghi e della natura e favorire nelle giovani generazioni e in chi le accompagna lo sviluppo di un sentimento di appartenenza, di rispetto e di responsabilità nei confronti del mondo naturale, per costruire insieme un laboratorio di sperimentazione tra arte contemporanea, natura e scuola. ll programma, chiamato Come foglie mosse, vuole supportare le nuove generazioni, portatrici di una grande forza generatrice che, se ben guidate, sono capaci di danzare, vibrare ed esprimersi, così come le foglie mosse dal vento. La 1° fase svoltasi nei mesi di ottobre e novembre 2023 ha coinvolto le classi 2°A e 2°B del Liceo Depero in attività di laboratorio durante le quali un operatore di Arte Sella Education, in collaborazione con la prof.ssa Chiara Pino, referente del progetto, ha incontrato in modalità online i ragazzi, per un percorso condiviso dedicato all’arte contemporanea in ambito pubblico, per coinvolgere i ragazzi sulla realtà degli ANIMALI IN VIA DI ESTINZIONE, così attiva su territorio Nazionale. Il progetto ha visto il coinvolgimento dei laboratori come design e grafica, così come le discipline plastiche e pittoriche, storia dell’arte, italiano e geostoria in un’ottica interdisciplinare grazie alla collaborazione dei e delle docenti: Fabiana Caione, Deborah Lot, Matteo Manfrini, Maria Menguzzato, Milena Pedrollo, Valentina Puglisi, Marina Rosset, Mary Saccardo, Renzo Saffi, Manuela Salvi e Paola Susta. Dopo aver creato gli animali e le tavole afferenti al progetto si è provveduto entro la fine del mese di gennaio 2024 ad installare le opere lungo le vie del centro di Rovereto.La seconda fase del progetto, svoltasi tra metà aprile e inizio maggio, ha previsto un’uscita didattica per un’intera giornata ad Artesella in Valsugana con una visita alle installazioni artistiche del Giardino di Villa Strobele e all’Area di Malga Costa.L’uscita ha coinvolto anche il Dipartimento di Scienze Motorie – con Matteo Lazzizzera e Sabrina Consolati – che, nell’ambito dell’iniziativa e in riferimento al progetto “Scuola e Montagna”, ha organizzato un trekking in loco a partire da Villa Strobele e fino a Malga Costa. La fase operativa del progetto si è conclusa il 2 maggio 2024 con l’uscita sul territorio delle classi 2°A e 2°B.Questa iniziativa ha creato un ponte con il triennio del Depero, che con Il progetto di comunicazione visiva “Animali in via di estinzione” – curato dalle docenti di discipline grafiche M. Eletta Baroni, di fotografia Ilaria Piazza, di type Susanna Villanova – ha affrontato il tema di alcune specie a rischio di scomparsa a causa dell’attività antropica. Ogni studente ha creato un poster, partendo da una ricerca su un animale specifico, individuando le cause che lo stanno portando all’estinzione e raccontandole attraverso il proprio lavoro. Questi poster, che fanno parte di una campagna di comunicazione sociale, sono stati esposti il 13 e 14 di settembre 2024 durante Rovereto & Comics al parco delle sculture del Mart, insieme ad altri manufatti e sculture sul medesimo tema.L’obiettivo principale è stato sensibilizzare e promuovere la consapevolezza riguardo a questi animali che stanno progressivamente avvicinandosi a una fine inevitabile. Conoscere questa realtà ci fa capire che, come società, dobbiamo cambiare le nostre abitudini per salvaguardare gli animali e il futuro nostro e del pianeta.”

Illustrare la coesistenza

Illustrare la coesistenza

Illustrare la coesistenza Riscoprire il rapporto con il nostro patrimonio naturalistico Il legame tra l’uomo e la fauna selvatica è un tema ampiamente discusso, sia a livello locale che globale, poiché la popolazione umana aumenta rapidamente e il mondo naturale si fonde sempre più con quello antropico, con tutte le problematiche che ne conseguono. Da un lato biologi ed esperti di conservazione cercano soluzioni per favorire una maggiore coesistenza e sopravvivenza delle specie selvatiche, mentre dall’altro i media e l’opinione pubblica cercano risposte per affrontare le paure e i divari generazionali. Stiamo vivendo, infatti, un periodo di forti cambiamenti sociali e mediatici: questa nuova generazione vive la contraddizione di essere attenta all’ambiente e ai danni causati dall’uomo, ma allo stesso tempo di vivere un distacco dall’ambiente stesso. Si frequentano meno la montagna, i boschi e gli ambienti alpestri rispetto ad un tempo; nella maggior parte dei casi le valli e i lavori agro-boschivi sono stati abbandonati da generazioni e non vengono quindi ricordati o tramandati dalle famiglie. Trattare la tematica della coesistenza a scuola, quindi, è molto importante e stimolante per gli studenti, al fine di ritrovare un contatto reale con il patrimonio naturalistico che li circonda e capirne, almeno in parte, le peculiarità. Per questa ragione il Liceo artistico F. Depero ha aderito con entusiasmo ai progetti promossi da Coexistence.Life, illustrando i racconti scritti dagli studenti delle scuole medie dei comuni di Folgaria, Lavarone e Comano Terme, per esplorare i diversi punti di vista sulla coesistenza con orsi e lupi.L’attività è stata preparata da una serie di incontri con esperti di fauna e comunicazione, dopodiché gli studenti delle scuole medie si sono calati nei panni di tutti coloro che, in vario modo, sono coinvolti nelle problematiche in oggetto, ossia il sindaco, il cittadino, l’allevatore, il cacciatore, lo scout e lo scienziato. Il risultato è stato sorprendente: tre libri di racconti originali, in seguito illustrati ad hoc con fantasia e creatività dalle classi 3A e 3B indirizzo Grafica, grazie all’adesione dei dipartimenti di Scienze naturali (prof. Marco Forte) e Discipline grafiche (prof. Federico Lanaro e Prof.ssa Chiara Miorelli), nell’ottica dell’Educazione Civica e alla Cittadinanza. La terza fase, ossia la presentazione dei progetti realizzati dagli studenti, ha avuto luogo venerdì 3 maggio 2024, presso la Sala conferenze della Fondazione Caritro a Trento: gli illustratori e le illustratrici hanno incontrato i giovani autori e autrici della fase precedente, spiegando il loro lavoro, il processo creativo e le idee che hanno ispirato le opere. Per quanto riguarda il processo creativo, l’utilizzo del video ha aiutato gli studenti ad entrare in contatto con le tematiche proposte. La visione del documentario “NAYA – Der Wald hat tausend Augen” li ha fatti ragionare sul clamore mediatico che spesso si sviluppa attorno agli animali selvatici, mentre nella realtà il contatto con il lupo è estremamente raro. I video delle fototrappole hanno testimoniato una grande vitalità e convivenza tra animali in un bosco che per l’uomo è spesso silente.Gli studenti, stimolati dall’intervento di esperti che collaborano con coexistence.life, hanno realizzati delle immagini e degli elaborati grafici sulla presenza/assenza dei lupi, i pregiudizi delle persone e le paure che spesso sono generati dall’ignoranza sull’argomento. L’approccio scientifico ed obiettivo degli incontri ha portato i ragazzi ad approfondire il tema liberandosi da stereotipi e pregiudizi, fino a sviluppare concetti molto personali e mai scontati. I docenti hanno coinvolto gli studenti in prima persona, inducendoli a sviluppare dei progetti attraverso la ricerca e l’approfondimento concettuale. Il risultato è sempre frutto di un iter progettuale mirato allo sviluppo di una comunicazione semplice ed efficace, per riuscire ad avere un feedback positivo da parte dei fruitori del loro messaggio. Perciò è importante che vengano proposti temi come questi che permettano agli studenti di relazionarsi con un mondo complesso e con persone esperte estranee alla scuola, alle quali dimostrare le proprie capacità, ma soprattutto per crescere ed essere in futuro dei creativi e dei cittadini più consapevoli.

I cento passi

I cento passi

Come può uno scoglio… Peppino Impastato pietra d’inciampo della mafia! “Come può uno scoglio/ Arginare il mare/Anche se non voglio/Torno già a volare/ Le distese azzurre/ E le verdi terre/ Le discese ardite/ E le risalite/ Su nel cielo aperto/ E poi giù il deserto/ E poi ancora in alto/ Con un grande salto” Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi – Battisti Come può uno scoglio arginare il mare?Cosa c’entra Battisti con Peppino Impastato? Forse nulla, forse tutto… perché la poesia, la bellezza, l’ironia sono stati le armi di Peppino contro la paura, contro la mafia, contro la rassegnazione, per dare voce – attraverso radio Aut e attraverso l’impegno politico – a una presa di posizione che, pur sembrando uno scoglio nel mare, ha generato un’onda che ancora si propaga.“E’ per questo che bisognerebbe educare alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Con l’esortazione alla bellezza di Peppino Impastato si è aperto l’incontro con Giovanni, fratello di Peppino che il 13 marzo 2024 nella splendida cornice del Teatro Zandonai ha raccontato, insieme a quella del fratello, ai ragazzi del Liceo artistico “F. Depero” e di altre scuole del territorio, la sua storia. In particolare le classi 3C e 3D, 2B, 2D e 2C hanno partecipato all’incontro e si sono cimentate nel concorso I cento passi ispirato alla figura di Peppino, componendo poesie e/o creando dei video che lasciassero un segno e dessero voce ai temi della bellezza, del silenzio, della paura e del coraggio. L’incontro, promosso dal Lions Club di Rovereto, e introdotto dalla sua presidente Valentina Andreatta, curato da Michele Ammirata, è stato l’approdo finale di un lungo viaggio che ha permesso alle classi di conoscere la figura di Peppino Impastato che ha avuto il coraggio di ergersi contro il potere criminale, un potere di cui la stessa famiglia di Peppino faceva parte. All’incontro ha presenziato la sindaca Giulia Robol, che ha invitato la scuola a custodire la memoria preziosa di Peppino per essere “eroi” che costruiscono la quotidianità, mentre la prof.ssa Angela Alaimo ha introdotto il viaggio attraverso i luoghi della memoria di Luca Podetti che ci ha condotto fino a Cinisi, teatro della vicenda dei cento passi. Giovanni Impastato ha sottolineato come “la mafia abbia paura della scuola che le toglie il terreno sotto i piedi perché la scuola serve per essere culturalmente liberi. Le mafie non sono sconfitte e per lottare bisogna conoscere” ed ha aggiunto “Più il tempo passa, più è difficile pronunciare la parola legalità perché nel suo nome sono stati commessi abusi e anche qualche crimine. La legalità non si può ridurre al rispetto delle leggi, si può invece definire rispetto dei diritti umani, della dignità umana perché se la legge va contro la dignità umana noi dobbiamo lottare perché la legge cambi. Le persone che dobbiamo ricordare sono quelle che lottano per il rispetto della dignità umana, persone come Rosa Parks, come Martin Luther King. Persone come Peppino che ha lottato, attraverso l’impegno culturale e politico, ridicolizzando la mafia”Come possiamo costruire un mondo migliore?“Bisogna smontare il mito della mafia che non è invincibile – ha proseguito Giovanni Impastato ripercorrendone l’evoluzione – la storia di questo fenomeno così come ha avuto un inizio avrà una fine, dal momento che i mafiosi sono uomini in carne e ossa come noi. La mafia ha ucciso i migliori servitori dello Stato che lo Stato non ha potuto o saputo proteggere, non è un antiStato ma è dentro lo Stato e le istituzioni. E’ un problema sociale e culturale, di mentalità. Casa Memoria proprio per questo – così come tante associazioni sul territorio – rimane presidio di democrazia insieme al percorso dei cento passi, passi che sono stati riempiti di pietre di inciampo e di citazioni che lasciano il segno”.Felicia Bartolotta, vedova Impastato, madre di Peppino e Giovanni, diceva che la mafia si sconfigge con la cultura e non con la pistola ed i ragazzi e le ragazze del Depero ne hanno raccolto il testimone, partecipando con entusiasmo, impegno e grande consapevolezza al Concorso I Cento Passi. In particolare la classe 2B, seguita dalla prof.ssa Rosset, ha costruito dei testi seguendo il metodo Caviardage unendo parole e immagini per sottolineare messaggi potenti.La classe 3D, con il supporto della prof.ssa Micheli, ha creato due video dal titolo rispettivamente di Primula e Urlo muto, per riflettere sui temi della bellezza e dell’omertà.Le classi 2D e 3C, seguite dalla prof.ssa Todaro, hanno scritto delle poesie che hanno toccato le tante sfumature della storia dell’attivista siciliano. Non resta che apprezzare e condividere le riflessioni degli studenti e delle studentesse del Depero… da Cinisi a Rovereto l’onda di radio Aut è arrivata fino a noi.Buona lettura e buona visione… il testimone passa a voi! Elaborati della classe 2B Elaborati della classe 2D Elaborati della classe 3C

Comunicare attraverso il disegno

Comunicare attraverso il disegno

Comunicare attraverso il disegno È possibile rappresentarsi attraverso una parola? E attraverso un segno? E’ possibile creare un ponte tra parola e segno che ci permetta di esprimere noi stessi e tracciare la nostra strada nel mondo? Questi e altri interrogativi hanno risuonato il 12 ed il 13 gennaio 2024 nelle aule delle classi seconde del Liceo artistico “Depero” di Rovereto che nel laboratorio Comunicare attraverso il disegno di Gianluca Sturmann, grafico e illustratore, hanno potuto toccare con mano la concretezza della comunicazione. Gianluca Sturmann ha portato la sua esperienza tra i banchi del Depero raccontando della passione per il disegno fin dalle elementari, età in cui ha trasformato tutti i suoi quaderni di studio in libri illustrati pieni di macchie e di storie di fantasia. Come creativo ha collaborato a diversi progetti che vanno dalla comunicazione di eventi fino a progetti di divulgazione per il sociale e campagne di comunicazione. Il laboratorio è stato un’occasione per riflettere insieme sul significato del disegno e delle sue applicazioni, nel mondo della comunicazione e della creatività in generale.A partire da attività “rompighiaccio” alla Munari in cui hanno ritratto il proprio vicino di banco rispettivamente in due minuti, poi in uno, con la tecnica del puntinismo e ad occhi chiusi, i ragazzi si sono soffermati su parole chiave fondamentali rappresentative di personalità iconiche nel mondo della creatività dove progettazione sta a Munari come essenzialità sta a Christoph Niemann, manualità sta a Paula Scher come utilità corrisponde a Gianni Latino.Attraverso questi stimoli gli studenti e le studentesse hanno ricercato la propria parola e l’hanno realizzata in modo che segno e contenuto “saltassero” fuori dalla pagina in modo inequivocabile.Successivamente in gruppo gli allievi si sono misurati come in un vero team creativo cercando di ideare un “prodotto” che fosse completo dal punto di vista grafico e comunicativo e presentandolo al resto del gruppo. Tante le soluzioni originali proposte che hanno sottolineato la creatività dei ragazzi sapientemente messa al servizio delle loro idee, in un laboratorio che ha permesso loro di sperimentare come lettering, grafica ed illustrazione possano veicolare con forza dei messaggi ed arrivare al cuore. Link al sito di Gianluca Sturmann

Ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente

Ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente

Ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente… si comincia tra i banchi del Depero Operare una profonda riflessione sulla  problematica – purtroppo attuale – dell’esaurimento delle risorse naturali, questo lo scopo dell’incontro delle classi prime del Liceo artistico “F. Depero” con il Dott. Gabriele Bertacchini, formatore dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, nell’ultima decade di gennaio. La pillola si inserisce a pieno titolo nel percorso di Scienze della Terra, pianificato dalla docente di riferimento, prof.ssa Natalina Saporito, sulla base delle indicazioni nazionali, e nei progetti di più ampio respiro di promozione di educazione ambientale di cui il prof. Marco Forte, in qualità di referente del dipartimento di Scienze naturali, è il promotore.    Gli incontri -individualizzati per ciascuna classe- hanno avuto una durata di due ore e gli alunni sono stati i protagonisti attivi poiché a ciascuno è stato chiesto di ricercare quali materiali occorrono per realizzare oggetti  di uso quotidiano quali una semplice maglietta di cotone, una rivista, un telefonino, con l’obiettivo poi di far comprendere loro l’enorme impatto che la filiera di produzione ha sull’ambiente e individuare strategie che permettano di vivere la società del consumismo, senza usurpare ulteriormente il nostro Pianeta.  Un invito a traslare il principio di conservazione di massa dello scienziato francese Lavoisier, per il quale “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, su un piano socio-economico, e pensare di dar nuova vita ai materiali.  A tal riguardo il formatore ha riportato l’esempio di alcune aziende che operano nel settore del recupero di minerali dai telefonini, in Italia, facendo conoscere realtà che hanno a cuore il benessere della nostra tanto bistrattata Terra.  Già la nostra Terra! Quella che “non abbiamo difeso ed ora è un campo minato su cui crescono fiori bellissimi” come ha ben detto Diodato. Quella per cui sono nate le guerre, nel tentativo di accaparrarsi le risorse non rinnovabili come il petrolio.  E allora cosa possiamo fare per questa Terra? Senz’altro puntare come sempre sulle nuove generazioni, promuovendo iniziative che portino ad acquisire consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni, partendo dal presupposto che gli adulti siamo noi e che non c’è modo migliore di educare ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente se non attraverso il buon esempio. Il Liceo artistico “F. Depero” ci prova e tu?

IL SAPERE DEL GUSTO, IL GUSTO DEL SAPERE

IL SAPERE DEL GUSTO, IL GUSTO DEL SAPERE

Il sapere del gusto, il gusto del sapere Dicono che la lettura e la scrittura siano modi diversi di viaggiare. Così è ma solo in parte. Il viaggio implica uno spostamento, un coinvolgimento diretto dei sensi che non si lega necessariamente al filtro delle nostre esperienze attraverso associazioni e/o immaginazioni come le attività dell’intelletto. È pure vero poi che esistono viaggi e viaggi, alcuni lasciano un gran rumore dentro altri meno, ma tutti hanno un denominatore comune: il cibo. Il cibo fa la storia di un luogo, delle sue tradizioni, della sua gente. Non è grazie ad esso che gli uomini primitivi hanno imparato a comunicare? La dott.ssa Francesca Cesaro, in qualità di dietista e formatrice per l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), si è rivolta alle classi seconde del Liceo artistico “F. Depero” di Rovereto proprio per sottolinearne l’importanza. La pillola “Il gusto del sapere, il sapere del gusto”, proposta dalla docente di Scienze naturali, prof.ssa Natalina Saporito, e condivisa con il referente del progetto, prof. Marco Forte, si inserisce a pieno titolo nel piano annuale delle attività di Biologia delle classi seconde, per declinarne meglio i concetti di corretta alimentazione e di ecosostenibilità. Partendo dai consigli del poliedrico filosofo greco Plutarco, secondo il quale “non bisogna mettersi a tavola per soddisfare i bisogni primari del bere e del mangiare”, la dott.ssa Cesaro riprende e chiosa uno dei maggiori temi trattati dai nutrizionisti di tutto il mondo dell’EXPO 2015: la convivialità. Nutrimento del corpo e della mente dunque che trova la sua massima espressività nella condivisione dei pasti, non riducendo il tutto ad una “mera etichetta alimentare” bensì all’esperienza più ampia del GUSTO del benessere a tavola. E così tra un beneficio e un altro, la formatrice elenca e spiega i punti cardine della Dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, nel 2010. Tuttavia, considerando l’intera filiera alimentare che, dalla madre terra porta il cibo nei nostri piatti, il nostro nutrimento ha un impatto ambientale davvero significativo sul Pianeta di cui siano ospiti, spesso poco discreti. Ed è sulle basi di questa certezza che la formatrice conduce i ragazzi ad una profonda riflessione sulla sostenibilità alimentare, delineando il profilo “corretto” dell’ uomo che si rapporta all’ambiente in cui vive con più discrezione e lungimiranza, per far sì che ci sia davvero quella armonia continua e durevole, nel tempo, da cui il termine sostenibilità trae la sua origine, per poter consegnare alle generazioni future un mondo , se non intatto ancora capace di dare.

25 novembre

25 novembre

25 novembre contro la violenza sulle donne Il 25 novembre, giorno internazionale contro la violenza sulle donne, tutti gli studenti della sede sono scesi davanti all’ingresso della scuola per manifestare. Manifestare per tutte le donne, per la rabbia che abbiamo dentro, per la paura che non vogliamo avere quando usciamo di casa la sera.È stato un momento per ascoltare, parlare e riflettere insieme. Tra gli studenti c’è stato chi ha voluto farsi sentire con le parole, chi è rimasto in silenzio, chi tra le mani teneva un manifesto che parlava da solo, e in ogni caso ci siamo fatti sentire. Sono inoltre intervenute alcune professoresse e la dirigente, per sottolineare l’importanza dell’educazione e mostrare il loro sostegno. Abbiamo fatto silenzio e fatto rumore, tutti uniti da un elemento rosso. Insieme abbiamo ascoltato per un’altra volta le parole simbolo di Cristina Torres-Cáceres: “Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.” Infine la domanda che tutti in questi giorni ci poniamo: quante ancora?Perché siamo stanchi di sentire e leggere parole di sangue, di donne uccise da uomini, 106 in un anno fa paura, ma non ci dovremmo stupire. Abbiamo bisogno di un cambiamento, anzi abbiamo bisogno di reagire, perché non è possibile che tutto questo succeda ancora e tutt’ora. E poi credo sia terribile trasformare tutti i nomi di queste donne in un numero in continuo aumento, e siamo consapevoli che non si fermerà; come abbiamo potuto vedere con Giulia Cecchettin la ragazza uccisa da cui nascono tutti i movimenti che in questo momento ci circondano, ma non l’ultima vittima di femminicidio.Questo 25 novembre non deve restare solo oggi, ma deve essere tutti i giorni.Perché tutte le donne sono costantemente esposte al pericolo, alla paura e alle raccomandazioni, mentre l’uomo?? Ci siamo fatte coraggiose, ma vogliamo raggiungere la libertà, o almeno non vogliamo essere il frutto di un sistema patriarcale. Vogliamo solo essere vive domani… Precedente Successivo La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che invita i governi, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non governative a promuovere attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne e contrastarne il fenomeno.In questa giornata tanto si dice e si scrive, tanto ci sarebbe da scrivere e da dire, ma ogni iniziativa resta priva di significato se dimentichiamo che ogni cambiamento, grande o piccolo che sia, dipende da noi, dai nostri comportamenti, dalle nostre scelte quotidiane.Ogni giorno tutti noi “siamo chiamati a scegliere che tipo di persone vogliamo essere. E sarebbe bello se in questo momento di follia collettiva voi ragazzi sceglieste di fare la differenza, di essere originali, di essere gentili, affettuosi, amorevoli verso le vostre compagne e viceversa”.E voi ragazze scegliete anzitutto “di avere rispetto di voi stesse e del vostro corpo, di non annullarvi mai, di coltivare e proteggere la vostra dignità, di non fare mai niente che sia contro la vostra volontà o il vostro sentire, di essere libere, di essere voi stesse, di mettervi sempre al centro, di non permettere mai a nessuno di convincervi che ci sia qualcosa che non va in voi, perché la vita è troppo preziosa per passarla a essere infelici e il tempo trascorso a permettere a qualcuno di ferirci non torna. E tutti noi scegliamo di avere “lo sguardo rivolto al futuro, il cuore senza desiderio di vendetta, la testa che muove i fili di una vita della quale bisogna essere protagonisti”.Scegliamo ogni giorno di rispettare gli altri e noi stessi, i nostri limiti e i nostri pregi, le nostre debolezze e i nostri punti di forza, senza mai dimenticare che chi dice di amarci è chi sa apprezzare anche le nostre piccole e grandi fragilità e sa darci la forza per superarle. ds. Daniela Simoncelli Sessismo e frustrazione: una bomba ad orologeria da disinnescare con la culturaLa violenza nei confronti della donna ha assunto nel tempo molteplici forme ma, in questa sede, vorrei concentrarmi su una in particolare, quella che ha provocato la morte della giovane Giulia.La delusione d’amore fa male, fa male a tutti, uomini e donne, però non può mai in alcun modo diventare violenza, al massimo poesia. La fine di una relazione amorosa provoca inevitabilmente una sofferenza sottile, apparentemente inconsolabile, fatta di nostalgia, rabbia, insicurezza, paura, frustrazione. Tutti questi sentimenti e stati d’animo possono alimentare la creatività, diventare canzoni, poesie, racconti, dipinti, perché l’arte è un distillato del dolore e all’arte si perdonano molte cose… Infatti l’arte, come specchio del tempo, riflette le idee, il costume, le colpe della propria epoca. Eppure va oltre e ci parla di noi.Pensiamo a tutti i poeti – e le poetesse, sempre poco citate – che studiamo a scuola: nelle loro parole, pur con le tracce della cultura sessista del passato – riconosciamo noi stessi, alle prese con i medesimi problemi. Leopardi, ad esempio, dal rifiuto dell’affascinante Fanny, ha tratto ispirazione per scrivere cinque meravigliose poesie d’amore. Certo, poi le ha denominate Ciclo d’Aspasia, la celebre concubina di Pericle, con un riferimento colto ma poco elegante alla nobildonna che lo aveva rifiutato… Possiamo perdonare la piccola vendetta privata di Leopardi, se pensiamo che oggi, al tempo dei social, piuttosto che attraverso cinque poesie immortali, la frustrazione potrebbe trovare sfogo (come spesso accade) con insulti triviali su Instagram, indirizzati alla povera malcapitata che osi respingere o lasciare un innamorato. E questo nel migliore dei casi.Del resto non c’è stato un momento della nostra storia in cui il sessismo non abbia caratterizzato la nostra cultura. Anche la letteratura ci dà la misura di quanto sia radicato: moltissimi romanzi, ormai classici, raccontano storie di protervia degli uomini, di vessazioni e abusi ai danni delle donne.Quindi se questa cultura sessista c’è sempre stata, qual è la differenza, cosa sta succedendo oggi, perché così tanti uomini reagiscono violentemente quando vengono respinti? Cosa è cambiato rispetto al tempo in cui gli scrittori sfogavano nei romanzi o nelle poesie dolore e disappunto?Forse…

Premiazione concorso ITEA

Premiazione concorso ITEA

Sono tre le copertine, tra quelle realizzate dagli studenti del Liceo artistico Depero, dall’Istituto Sacro Cuore e degli Artigianelli, individuate come vincitrici del concorso Scuole in copertina, ideato da Itea, in collaborazione con gli assessorati provinciali alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia e all’istruzione, università e cultura, per celebrare il suo centenario. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento delle classi 3^, 4^ e 5^ dei tre istituti superiori con indirizzo arte, grafica e design, chiamate a immaginare e poi raffigurare nella prima di copertina del n. 100 di Edilizia Abitativa, la rivista di Itea Spa, i 100 anni dell’Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa. Ieri, 6 dicembre, nel corso della cerimonia di premiazione, che si è tenuta presso la sede dell’APPM, dove sono stati esposti tutti i lavori realizzati dai ragazzi, sono stati proclamati i tre vincitori del concorso. La nostra studentessa Olga Zeni della 3^A indirizzo Grafica, si è aggiudicata il secondo posto  con il suo elaborato “Il territorio è casa”.  Complimenti agli studenti delle classi partecipanti (3A, 3B e 4C) e ai loro insegnanti!  Discipline Grafiche: Manuela Salvi, Maurizio Cesarini,  Fotografia: Ilaria Piazza, Type: Marina Candioli

Cammino di San Rocco

Cammino di San Rocco

Cammino di San Rocco Il Cammino di San Rocco è un percorso di 85 chilometri che in cinque giorni attraverserà i territori di Mori, della Val di Gresta e dell’altopiano Brentonico alla scoperta di meraviglie culturali e paesaggistiche e dei capitelli sparsi sul territorio dedicati a San Rocco, protettore dalle epidemie, dei pellegrini e dei volontari. È un’ iniziativa di valorizzazione del territorio che porterà la comunità a riscoprirsi e raccontarsi sia ai suoi abitanti che ai camminatori. Il Progetto, Cammino di San Rocco, proposto da un gruppo di cittadini e cittadine e associazioni, che da vari mesi stanno lavorando assieme per la costruzione di un progetto comune, accompagnati dal Progetto GenerAzioni GenerAttive – GenGen, progetto che punta al rafforzamento della comunità e alla valorizzazione del territorio. Le ragazze della classe 3A indirizzo grafica del liceo Depero hanno ideato e progettato una parte dell’identità visiva del “Cammino di San Rocco”. Sono stati creati i seguenti artefatti grafici: progettazione visiva di 10 icone per i timbri del cammino progettazione visiva di una mappa del Cammino di San Rocco, per promuovere il progetto L’ identità visiva del “ cammino di San Rocco”, nella prima parte, si è risolta con l’ideazione dei dieci timbri credenziali. Ciascuna studentessa ha sviluppato la propria idea di segno/timbro, in un secondo step sono state individuate tre proposte. La classe si è suddivisa in tre gruppi. Chi si è occupato dello sviluppo del segno grafico, chi del lettering e chi di curare la presentazione del progetto. Un continuo confronto tra studentesse e docenti coinvolti, sperimentando tecniche e ricerche di approfondimento. I progetti hanno trovato la sguardo del “committente” che ha scelto il progetto con il segno grafico di Viola Perenzoni. Lo sviluppo definitivo del progetto è avvenuto in team dove ogni studentessa ha realizzato uno dei timbri. Viola Perenzoni / Nicol Cosenza / Sara Medkouri / Martina Mazzetto / Asia Angelini / Giada Coatti / Nicole Galvagni / Michela Giacomazzi / Cheyenne Diaz Darigo La seconda parte del progetto costituita dall’ideazione/illustrazione della mappa del cammino è in fase di completamento. Sono state individuate tre idee di mappa che si declineranno in una tovaglietta da ristorazione e in locandine. docente referente: Maria Eletta Baroni (discipline grafiche) docenti coinvolti: Marina Candioli (laboratorio Type) classi coinvolte: III A Indirizzo grafica

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